Pubblicato il
30 nov 2021
Carlo Capasa, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, ha inviato al Governo, alla Commissione bilancio del Senato e ai Capogruppo una lettera con cinque proposte da inserire nella legge di bilancio, attualmente in discussione, perché l’Italia torni a essere forte sui mercati internazionali già dal prossimo anno.

“Sono proposte per sostenere le aziende e i lavoratori del settore della moda, migliaia di piccole imprese distribuite su tutto il territorio nazionale, ma anche laboratori artigianali, veri fiori all’occhiello dell’industria italiana che, con orgoglio , accentuano ogni giorno il nome del made in Italy nel mondo: 60mila aziende e 600mila addetti per una produzione che copre 100 miliardi del PIL italiano, tutte fortemente colpite dalla pandemia del 2020, quando il settore ha perso oltre 24 miliardi”, ha dichiarato Capasa. “Nel 2021 abbiamo iniziato a voltare pagina, recuperando una parte delle perdite da Covid, ma è dal 2022 che si gioca la vera partita per tornare ad essere più forti soprattutto sui mercati internazionali. Per essere competitivi, però, abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni a cui chiediamo alcune azioni mirate per sostenere il settore”.
Due delle cinque proposte formulate da CNMI mettono al centro il tema della formazione e, in particolare, il potenziamento del credito d’imposta “Formazione 4.0,” per stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale in materia tecnologica e digitale, e un contributo a fondo perduto per le Academy aziendali nel settore tessile, della moda e degli accessori, per promuovere la diffusione della cultura del made in Italy nei confronti delle nuove generazioni, pena la mancanza di competenze artigianali nel prossimo futuro.
CNMI chiede inoltre il potenziamento della collaborazione tra imprese e centri tecnologici e di ricerca, l’istituzione di un fondo per la diffusione internazionale dei valori e dell’immagine della moda e del Made in Italy e l’incremento della soglia di non imponibilità, ai fini delle imposte sui redditi, dell’importo dei beni ceduti e dei servizi prestati dalle aziende ai propri lavoratori a titolo di welfare aziendale.
“Spero che si voglia dare ascolto e seguito alle nostre proposte le quali, se accolte, garantirebbero stabile occupazione e rilancio immediato del settore. Come associazione siamo pronti a confrontarci con Governo e Parlamento per chiarire la situazione delle aziende del settore e informare al meglio sui contenuti delle nostre proposte”, conclude Capasa.
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