Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 ott 2021
Bottega Veneta è salpata per gli Stati Uniti per presentare a Detroit la sua collezione Primavera-Estate 2022. Dopo la sfilata di Moschino a New York a settembre e poco prima di Gucci, il 3 novembre a Los Angeles, la griffe italiana di Kering ha allestito in questa insolita destinazione fashion il suo “Salon 03”, il nome che dà agli eventi fuori calendario organizzati dal proprio direttore artistico Daniel Lee da un anno a questa parte (il primo si è tenuto a Londra lo scorso anno e il secondo a Berlino ad aprile). Il 21 ottobre, il marchio vicentino ha presentato una collezione fortemente ispirata all’America, area in cui ha visto esplodere le proprie vendite nel terzo trimestre del 2021 (+52%).

Scoperta da Daniel Lee nel 2015, questa ex capitale dell’industria automobilistica, devastata dalla crisi industriale e finanziaria, ha subito colpito il designer, appassionato di auto e musica techno, per le somiglianze con la sua regione natale nel nord dell’Inghilterra e con Manchester, città in cui ha studiato. Perciò ha scelto Detroit, traendo ispirazione dalla sua energia creativa e innovazione tecnica, come punto di partenza per immaginare questa nuova collezione uomo/donna, che ha fatto sfilare nello storico Michigan Theatre, edificato nel 1926 e oggi trasformato in parcheggio. Quasi 240 persone hanno assistito allo show, la metà delle quali erano abitanti della “Motor City”.
Dopo aver ridefinito l’immagine di Bottega Veneta, nel rispetto della sua identità molto sofisticata, iniettandole un tocco sovversivo e sexy attraverso dei guardaroba chic, in questa stagione lo stilista sta esplorando nuovi territori, arrivando ad enfatizzare una silhouette molto più metropolitana che presenta del denim, del workwear, dei capi urban e sportivi, oltre a diversi look total white (comprese le scarpe da cantiere edile bianche con lacci gialli!). Completi funzionali composti da parka e giacconi voluminosi, giacche-camicia con tasconi e pantaloni larghi si alternano a una serie di abiti e gonne corte attillati o svasati. L’abito Marylin bianco traforato con grandi buchi è, ad esempio, abbinato a delle sneakers tinte di verde, che è diventato il nuovo colore iconico del brand.
Per la prossima estate troviamo degli abiti in maglia nello stesso verde prato, alcuni ricoperti di perline di gomma (bio-based e sostenibili) o conchiglie di plastica, e altri ondulati con effetto 3D. La collezione mette in particolare evidenza molteplici innovazioni tecniche e nuovi materiali. Parka e giacche di jeans sono così intrecciati con fili metallici, permettendo di scolpire la loro forma. Qua un colletto si allarga al di sopra delle spalle, là le maniche si sconvolgono e talvolta si arrotolano.
La ricerca di nuove texture è molto approfondita. Le tute, ad esempio, hanno un aspetto di cartapesta. Lo stilista utilizza anche la spugna in un guardaroba quotidiano, come nell’accappatoio o nel vestito annodato sul busto come un semplice telo da bagno. La stessa spugna tecnica viene utilizzata per realizzare i sandali.

Non mancano infine gli effetti brillanti, dalle maglie scintillanti agli abiti con grandi paillettes ai completi-pantalone in tessuto metallizzato argento (o verde) per un effetto spaziale, passando per altri tessuti luccicanti, verniciati o traslucidi. Senza dimenticare i nuovi accessori, che saranno di gran moda la prossima estate, come gli stivaletti in gomma gialli o bianchi, ma anche i gioielli, oltre alle coloratissime borse di design.
Alla fine, Daniel Lee realizza una collezione super fantasiosa che mette al posto d’onore delle texture particolari, giocando tra stile informale e glamour giocoso. Si concede così il lusso di riprodurre qua e là nel guardaroba, strizzando l’occhio all’autocitazione, un’immagine dell’edonistica campagna per la primavera 2020 scattata da Tyrone Lebon. Quella delle lunghe gambe della top model Mica Arganaraz che calza décolleté luccicanti, ed esibisce i glutei nudi a bordo piscina.
In occasione della sfilata, il brand ha inaugurato un temporary store in una caserma dei pompieri in disuso al 1201 di Bagley Street, che rimarrà aperto fino al 16 gennaio, in cui propone una serie di prodotti realizzati con artisti e partner locali, come l’azienda di dischi Underground Music Academy, i tessuti di Substudio o gli arredi di Donut Shop.
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