Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 ott 2021
La stagione delle passerelle internazionali si è conclusa questa settimana dopo quattro settimane di sfilate in altrettante capitali della moda. Il nostro Global Editor-in-Chief ha selezionato le 12 collezioni più importanti viste nelle sfilate in presenza svoltesi dal vivo in Europa, dal momento che i giornalisti stranieri non hanno potuto partecipare alla Fashion Week di New York. Ecco a voi La Dozzina di Deeny.

AZ Factory
Il momento clou della stagione, anche se in ordine cronologico ne ha rappresentato l’ultima sfilata, è stato quando 45 stilisti hanno reso omaggio al compianto, grande Alber Elbaz, in una collettiva che commosso molti. Raramente un’industria tanto esigente e competitiva come la moda si è riunita in modo così emozionante per mostrare il proprio rispetto a un collega e designer eccezionale, di cui si sente davvero tanto la mancanza. Inoltre, una seconda collezione, realizzata dal team dello studio stilistico di Alber per la sua label AZ Factory è stata molto applaudita, suggerendo che potrebbe prefigurarsi un futuro luminoso per la neonata casa di moda di Elbaz.
Loewe
Mentre si lasciava l’ultimo défilé di Loewe, allestito in un’arena di equitazione con la Garde Republicaine a Parigi, si è sentito l’applauso nettamente più positivo e convinto di qualsiasi altra collezione. Dagli abiti scultorei metallici a forma di tetraedro ai brillanti tacchi alti su rose invertite o uova fritte, questo è stato lo show più stimolante e provocante della stagione.
Balenciaga
Doveva essere l’evento della stagione, dato che Demna Gvasalia è riuscito a rubare la scena a tutti (anche al Met Gala), con il suo show sul Red Carpet e il video con I Simpson in versione fashion-victim. Anche la collezione è stata comunque un elemento fondamentale e di grande qualità. Il nero è tornato.
Yohji Yamamoto
Un’espressione purista del drappeggio artistico di un maestro stilista di 77 anni, che sta ancora aprendo nuovi orizzonti con abiti incantevoli che fasciavano in modo intricato il suo cast. E, dopo averci inondato con un profluvio di colori su Instagram nell’ultimo quinquennio, questa collezione quasi interamente nera è stata ristoratrice – e poi fa sembrare tutti coloro che la indossano più magri.
Versace sposa Fendi
In un’epoca caratterizzata da miriadi di collaborazioni, questo è stato il più grande tentativo di interconnessione mai tentato da due marchi italiani. Il fidanzamento è stato tenuto top secret. E il matrimonio che è scaturito tra il monogramma con la doppia “F” e i fregi greci di Versace, concretizzatosi in una serie di mini abiti da sera e da cocktail, è stato davvero sensazionale.

Rokh
È stato come un momento di formazione per Rok Hwang, il vincitore del Premio Speciale all’interno del Prix LVMH 2018, stilista di origine coreana ma residente a Londra. Grazie al suo notevole talento, la sua sfilata ha rappresentato l’espressione più elegante e indossabile di una tendenza chiave della moda: la delicata decostruzione.

Del Core
In una stagione piena di moda-merchandising, è stato rinfrescante vedere una vera collezione d’avanguardia di un couturier nato, che è altrettanto ribelle e coraggioso. Camici biomorfici, abiti da bellezza del sud degli States su tutte le furie e forme fantasy di fauna tropicale nella grande sfilata di Daniel Del Core, un italo-tedesco che vestiva i VIP per Gucci.
Giambattista Valli
La collezione più giovane, cool e completa di Valli, in un’affascinante inno post-Covid alla bellezza purista. Forme ridotte, orli più alti, eccesso di cristalli e grandi volumi – da signora, ma sexy.

Shang Xia
Dopo un decennio di lusso espresso con competenza da parte di questo marchio cinese, i suoi nuovi proprietari (Exor, una holding del clan Agnelli, l’equivalente italiano di una famiglia reale) hanno assunto Yang Li come designer. E lo stilista ha beatamente segnato un bel gol con la sua collezione ibrida, in cui ha fuso l’alta nobiltà del Medio Regno, i colori puri di Parigi e l’energia urbana di Londra.
Alberta Ferretti
Non avremmo mai pensato di inserire Alberta nella nostra Top 12, e invece è così. Abiti e top scolpiti e ariosi in chiffon arricciato tenuti insieme da pietre semipreziose, ma anche i migliori esempi di eleganza all’uncinetto, il materiale della stagione. Inoltre, il paradiso dell’influencer in prima fila, con l’amato capo delle comunicazioni della casa, Salvo Nicosia, a fare la magia.
Simone Rocha
Quasi per ultima, ma non meno importante, probabilmente la collezione più bella di tutte quelle mai ideate da Simone Rocha. Il suo romanticismo sperimentale, le giacche e i trench decostruiti e le finiture di perle oversize, nonché le strisce di raso e i coralli ricamati, sono stati indimenticabili. In mezzo ai folli orari dei programmi delle sfilate di moda, un momento di grazia nella vecchia chiesa medievale di Londra.
Labrum of London
Nonostante cinque anni di amara Brexit, Londra conserva ancora una capacità unica di sorprendere con la sua impollinazione interculturale e l’energia multietnica. Come ha dimostrato lo show brillantemente messo in scena da Foday Dumbuya, l’uomo che ha disegnato le divise olimpiche della Sierra Leone. Il suo affascinante incontro-diaspora fra lo stile degli immigrati dell’Africa Occidentale e la sartorialità britannica presentato davanti ai musicisti del Balimaya Project, una banda di ottoni di 13 elementi che fonde Fela Kuti e funk, aveva più energia di qualsiasi altro défilé.
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